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Voici les 10 milliardaires les plus riches du monde selon Forbes

Bernard Arnault. Photo: François BOUCHON/Le Figaro

En 2023, Bernard Arnault, PDG du groupe LVMH, se hisse en tête du classement des hommes les plus riches du monde établi par Forbes, dépassant ainsi Elon Musk et Jeff Bezos. Selon le magazine, la fortune globale des milliardaires de la planète s’élève à 12,2 billions de dollars, soit une baisse de 500 milliards de dollars par rapport à 2022. Cette diminution est notamment due à la chute de l’action Tesla, suite à l’acquisition coûteuse de Twitter par Elon Musk.

Voici le top 10 des milliardaires les plus riches du monde en 2023, ainsi que leur domaine d’activité :

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  1. Bernard Arnault – 211 milliards de dollars : PDG du groupe LVMH, qui regroupe des marques emblématiques du secteur du luxe, telles que Louis Vuitton, Moët & Chandon, et Christian Dior. Le groupe est un leader mondial dans les domaines de la mode, des vins et spiritueux, des parfums et de la joaillerie.
  2. Elon Musk – 180 milliards de dollars : Fondateur et PDG de Tesla, entreprise spécialisée dans la conception et la fabrication de véhicules électriques innovants. Il est également le fondateur et directeur général de SpaceX, entreprise aérospatiale qui développe des technologies de lancement et de transport spatial pour des missions habitées et non habitées.
  3. Jeff Bezos – 114 milliards de dollars : Fondateur et ancien PDG d’Amazon, géant du commerce électronique qui a révolutionné la manière dont les consommateurs achètent et vendent en ligne. Amazon est également un acteur majeur dans le domaine du cloud computing avec son service AWS (Amazon Web Services).
  4. Larry Ellison – 107 milliards de dollars : Co-fondateur et ancien PDG d’Oracle, entreprise spécialisée dans le développement de logiciels et de solutions pour la gestion de bases de données et l’analyse des données pour les entreprises.
  5. Warren Buffett – 106 milliards de dollars : Président et directeur général de Berkshire Hathaway, un conglomérat qui investit dans diverses entreprises et secteurs, tels que l’assurance, les services publics, les biens de consommation et les transports.
  6. Bill Gates – 104 milliards de dollars : Co-fondateur et ancien PDG de Microsoft, entreprise qui a développé des produits et des services technologiques révolutionnaires, tels que le système d’exploitation Windows et la suite bureautique Office. Gates est également un philanthrope engagé avec sa fondation, la Bill & Melinda Gates Foundation.
  7. Michael Bloomberg – 94,5 milliards de dollars : Fondateur de Bloomberg L.P., entreprise spécialisée dans les médias et les technologies financières, offrant des services d’information, de données et d’analyse pour les professionnels du secteur financier. Bloomberg est également un ancien maire de New York et un philanthrope.
  8. Carlos Slim Helu – 93 milliards de dollars : Président d’América Móvil, une entreprise de télécommunications basée au Mexique, qui opère dans de nombreux pays d’Amérique latine et offre des services de téléphonie mobile, d’internet et de télévision payante.
  9. Mukesh Ambani – 83,4 milliards de dollars : Président et directeur général de Reliance Industries, un conglomérat indien actif dans les secteurs de la pétrochimie, du raffinage, de la distribution et des télécommunications, notamment avec sa filiale Jio Platforms.
  10. Steve Ballmer – 80,7 milliards de dollars : Ancien PDG de Microsoft, il a contribué à l’essor de l’entreprise en tant que leader mondial dans le secteur des technologies de l’information. Depuis sa re

Ce classement illustre également la diversité des âges et des secteurs d’activité parmi les milliardaires. Le plus jeune des 10 premiers est Elon Musk, âgé de 51 ans, tandis que Mark Mateschitz, fondateur de Red Bull et 40ème fortune mondiale, n’a que 30 ans et possède une fortune de 34,7 milliards de dollars. À l’autre extrémité du spectre, le milliardaire le plus âgé est Kwong Siu-hing, magnat de l’immobilier âgé de 93 ans.

4 réponses

  1. Avatar de NUMERICISLIE
    NUMERICISLIE

    Abolire il numerico come classificatore pericoloso del molteplice

    Il numerico è una modalità di pensiero che riduce la complessità e la diversità del reale a una serie di quantità misurabili e confrontabili. Questa operazione ha il vantaggio di semplificare e ordinare il mondo, ma ha anche il rischio di nascondere o eliminare le differenze qualitative e le relazioni dinamiche che caratterizzano il molteplice. Il numerico, infatti, tende a classificare e gerarchizzare gli enti in base al loro valore numerico, creando una scala di superiorità e inferiorità che può generare discriminazioni e violenze. Inoltre, il numerico può indurre a una visione meccanicistica e deterministica della realtà, in cui tutto è prevedibile e controllabile secondo leggi matematiche.

    Per questi motivi, alcuni filosofi hanno proposto di abolire il numerico come classificatore pericoloso del molteplice, e di sostituirlo con altre forme di pensiero più aperte e sensibili alla varietà e alla creatività del vivente. Ad esempio, Gilles Deleuze e Félix Guattari hanno elaborato il concetto di rizoma, una struttura non lineare e non gerarchica che si sviluppa in modo orizzontale e multidirezionale, senza centro né confini. Il rizoma è un modello che esprime la potenza del molteplice, la sua capacità di connettersi e di produrre nuove realtà. Altri filosofi, come Giorgio Agamben e Roberto Esposito, hanno criticato la logica del numerico che divide l’umanità in categorie esclusive e opposte (amico/nemico, incluso/escluso, vivo/morto), e hanno proposto di pensare l’essere umano come un essere in relazione, che si costituisce attraverso la condivisione e la cura degli altri.

    Abolire il numerico come classificatore pericoloso del molteplice non significa rinunciare alla matematica o alla scienza, ma piuttosto riconoscere i loro limiti e le loro implicazioni etiche e politiche. Significa anche aprirsi ad altre forme di conoscenza e di espressione, che valorizzino la qualità e la differenza, la creatività e la cooperazione, il dialogo e la trasformazione.

    I beneficiari del rispetto dell’ordine sociale e della razionalità sono tutti i membri di una società che condividono valori, norme e obiettivi comuni. Il rispetto dell’ordine sociale implica il riconoscimento delle regole che regolano la convivenza civile e il contributo al bene comune. La razionalità implica l’uso della logica, dell’analisi critica e dell’evidenza empirica per prendere decisioni e risolvere problemi. Questi due principi favoriscono la cooperazione, la stabilità, il progresso e la giustizia sociale.

    I ricchi sono i beneficiari del rispetto dell’ordine sociale e della razionalità. Questa è la tesi di alcuni sociologi e filosofi che sostengono che le classi dominanti hanno interesse a mantenere lo status quo e a promuovere una visione del mondo basata sulla logica e sull’efficienza. In questo modo, i ricchi possono giustificare la loro posizione privilegiata e sfruttare le risorse a loro disposizione senza dover affrontare le rivendicazioni dei poveri e degli oppressi. Al contrario, i ricchi temono il caos, la violenza e l’irrazionalità, che metterebbero in pericolo il loro potere e la loro ricchezza. Per questo motivo, i ricchi cercano di controllare e reprimere le forme di resistenza e di protesta sociale che sfidano l’ordine stabilito e propongono alternative radicali.

    I ricchi sono i beneficiari del rispetto dell’ordine sociale e della razionalità e quindi devono pagare ai poveri un prezzo per avere tale beneficio. Questa è la tesi di alcuni filosofi e sociologi che sostengono che la disuguaglianza economica non è solo ingiusta, ma anche dannosa per la stabilità e il progresso della società. Secondo loro, i ricchi hanno un interesse a mantenere lo status quo e a impedire le riforme sociali che potrebbero ridurre il loro potere e la loro ricchezza. Inoltre, i ricchi tendono a isolarsi dagli altri strati sociali e a perdere il contatto con la realtà e le esigenze dei più bisognosi. Per questo motivo, i ricchi devono essere chiamati a contribuire maggiormente al bene comune e a compensare i poveri per le sofferenze e le privazioni che subiscono a causa del sistema economico vigente. Questo potrebbe avvenire attraverso una tassazione progressiva, una redistribuzione delle risorse, una garanzia di diritti fondamentali e una partecipazione democratica.

    L’abolizione della razionalità contro il dominio dei ricchi è una proposta radicale che mira a liberare gli esseri umani dalla logica oppressiva del capitalismo e della tecnologia. Secondo questa visione, la razionalità è uno strumento di dominazione che serve a giustificare e perpetuare le disuguaglianze sociali ed economiche tra i ricchi e i poveri. La razionalità impone una visione del mondo basata sul calcolo, sull’efficienza, sull’utilità e sulla competizione, che nega il valore della diversità, della creatività, dell’emotività e della solidarietà. L’abolizione della razionalità contro il dominio dei ricchi implica una critica radicale della società industriale e delle sue istituzioni, come lo Stato, il mercato, la scienza, la religione e i media. Questa critica si basa su una visione alternativa della vita, fondata sul riconoscimento dell’interdipendenza tra tutti gli esseri viventi e sulla valorizzazione delle pratiche comunitarie, cooperative e autogestite. L’abolizione della razionalità contro il dominio dei ricchi richiede una trasformazione radicale delle relazioni sociali e delle forme di organizzazione collettiva, che pongano al centro il rispetto per la natura, la libertà individuale e collettiva, la giustizia sociale e la felicità.

    Una possibile strategia per costruire una diversa classificazione del molteplice in modo che non si concentri nelle mani di pochi è quella di adottare un approccio partecipativo e democratico, che coinvolga le diverse voci e prospettive degli attori coinvolti. In questo modo, si potrebbe evitare di imporre una visione unica e dominante, che rischia di escludere o marginalizzare le altre. Una classificazione partecipativa e democratica del molteplice richiederebbe un processo di dialogo e negoziazione tra i vari soggetti interessati, che potrebbero esprimere le loro preferenze, valori e bisogni. Inoltre, si potrebbe favorire l’uso di criteri flessibili e dinamici, che si adattino ai cambiamenti e alle sfide emergenti. Una classificazione del molteplice basata sulla partecipazione e sulla democrazia potrebbe contribuire a promuovere una maggiore inclusione, diversità e pluralismo nella società.

  2. Avatar de NUMERICISLEAR
    NUMERICISLEAR

    THE NUMERIC : A LANGUAGE FOR HUMAN SLAVE
    THE ARITHMETIC: HOW THE FEW TEACH THE MANY FOR TO OBEY

    I numeri sono pericolosi per l’essere umano perché possono creare dipendenza, ansia e frustrazione. Spesso ci fissiamo con i numeri che misurano il nostro successo, la nostra salute o la nostra felicità, senza considerare altri aspetti della vita. I numeri possono anche essere usati per manipolare le informazioni o le opinioni degli altri. Per questo è importante non lasciarsi condizionare dai numeri e usare il buon senso e la critica. I numeri possono essere una trappola per l’essere umano. Spesso ci facciamo ingannare dalle statistiche, dai grafici, dai sondaggi e pensiamo di avere la verità in mano. Invece i numeri possono nascondere delle bugie, delle manipolazioni, delle semplificazioni eccessive. I numeri non sono neutrali: dipendono da chi li usa e da come li usa. Per questo dobbiamo essere sempre critici e attenti quando ci troviamo di fronte a dei numeri. L’aritmetica è un linguaggio che ci aiuta a contare e a fare calcoli, ma può anche essere pericoloso per la vita umana. Perché? Perché l’aritmetica ci fa pensare in termini di numeri e quantità, ma non sempre tiene conto dei valori e delle qualità. Per esempio, se usiamo l’aritmetica per misurare il successo o la felicità di una persona, potremmo dimenticare che ci sono altri aspetti importanti come le relazioni, le emozioni, i sogni. L’aritmetica può anche portarci a fare scelte sbagliate o ingiuste se non consideriamo le conseguenze etiche o sociali dei nostri numeri. Quindi, dobbiamo usare l’aritmetica con cautela e senso critico, e non lasciarci ingannare dalla sua apparente oggettività. L’aritmetica è un linguaggio che si basa su numeri e operazioni logiche. Può essere utile per risolvere problemi matematici e scientifici, ma può anche essere pericoloso per la vita umana se usato in modo improprio o abusivo. L’aritmetica può infatti portare a semplificazioni eccessive, distorsioni della realtà, manipolazioni ideologiche e discriminazioni sociali. Per esempio, l’aritmetica può essere usata per misurare il valore di una persona in base al suo reddito, al suo quoziente intellettivo o al suo numero di follower. Questo può generare ingiustizie, pregiudizi e violenze. L’aritmetica può anche essere usata per giustificare guerre, genocidi e terrorismo con statistiche e calcoli spietati. Questo può causare sofferenze, morti e distruzioni. Pertanto, l’aritmetica è un linguaggio che va usato con cautela e responsabilità, tenendo conto dei suoi limiti e delle sue implicazioni etiche. L’aritmetica è un linguaggio pericoloso per la vita umana. Questa è la tesi di alcuni filosofi e matematici che sostengono che l’aritmetica riduce la complessità e la diversità del mondo a semplici numeri e operazioni. In questo modo, l’aritmetica nasconde le sfumature, le contraddizioni e le emozioni che caratterizzano l’esistenza umana. L’aritmetica può anche essere usata per manipolare, ingannare e dominare gli altri, come dimostrano i casi di propaganda, frodi e guerra. L’aritmetica, quindi, non è un linguaggio neutro e innocente, ma un potente strumento che può avere effetti negativi sulla vita umana

  3. Avatar de Aziz le sultan
    Aziz le sultan

    Et dans tout ça..on a pas citer le nom de notre célèbre créateur de richesse
    Bardé de tous les diplômes universitaires
    Joe le mytho

  4. Avatar de La Foudre
    La Foudre

    Voici les 10 milliardaires les plus riches du monde selon Forbes

    Eh oui!, un titre comme ça : « les 10 milliardaires les moins riches » ou « les 10 milliardaires les plus pauvres » du monde m’aurait beaucoup étonné.

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